ADHD : terapia in associazione


La terapia per l'adhdLa terapia per l’ADHD si basa su un approccio multimodale. Praticamente unisce, nei casi di ADHD da moderato a severo, interventi psicoeducativi con  terapia farmacologica.

Per molto tempo, soprattutto negli USA, i farmaci sono stati la terapia unica dell’ADHD.

I farmaci

Appartengono alla categoria degli psicostimolanti.
Hanno dimostrato la loro efficacia sia nei bambini e i ragazzi che negli adulti: il metilfenidato (Ritalin, medikinet), la destroanfetamina (Dexedrine o Dextrostat) e la pemolina (Cylert).

Le linee guida


Le linee guida italiane recitano: “Gli psicostimolanti sono considerati a tutt’oggi la terapia più efficace per bambini, adolescenti e adulti con ADHD. L’efficacia e la tollerabilità degli psicostimolanti è stata descritta per la prima volta da Bradley nel 1937 ed è stata documentata da circa 60 anni di esperienze cliniche.

Infine nella pratica clinica, per la maggior parte dei pazienti  questi medicamenti riducono in modo drastico l’iperattività e migliorano la capacità di concentrazione.
Migliorano anche il controllo di comportamenti impulsivi o distruttivi nei soggetti con disturbo della condotta.

E’ proprio così?

Si potrebbe concludere che il farmaco sia tutto ciò che serve nel trattamento dell’ADHD. Nondimeno questi farmaci non curano il disturbo poiché migliorano solo temporaneamente i sintomi. Infatti  pur permettendo migliori performance  non possono aumentare la conoscenza o migliorare le capacità scolastiche.

I farmaci non possono aiutare a far sentire i pazienti interiormente meglio .
Non possono dare quelle specifiche competenze necessarie per affrontare i problemi.
Difatti non insegnano le abilità sociali necessarie o aumentano le motivazioni indispensabili. 

Perciò per raggiungere questi risultati sono indispensabili altri tipi di trattamenti che difatti vengono consigliati assieme al trattamento farmacologico. 

L’intervento multimodale


La terapia per l’ADHD basata su un intervento multimodale è stata evidenziata in un importante studio: il Multimodal Study of Children with ADHD. Sono stati seguiti 579 bambini con ADHD, tra i 7 ed i 10 anni di età, per un periodo di quattordici mesi e in cui sono stati confrontati, separatamente, l’efficacia di varie forme di trattamento del disturbo:


1) trattamento psicoeducativo e comportamentale :

parent training, modificazione del comportamento e training sulle capacità sociali per i bambini, training per gli insegnanti con interventi integrati nell’ambito scolastico;


2)trattamento farmacologico


3) trattamento combinato:
farmacologico e psicoeducativo; 

Infine i risultati di questo studio hanno portato alla conclusione che il trattamento farmacologico, rispetto ai trattamenti psicoeducativi e comportamentali, è decisamente superiore nel risolvere i sintomi cardine del disturbo, ma che il trattamento combinato, soprattutto in presenza di disabilità di tipo funzionale (sintomi di oppositività, aggressività, ansia, deficit nelle abilità sociali e di relazione con in genitori) è assolutamente superiore.

Infine è possibile affermare che la terapia per l’ADHD deve basarsi su un approccio multimodale che riesca a combinare interventi psicoeducativi con la terapia farmacologica.

Adattare la terapia

Più precisamente i sintomi cardine dell’ADHD, disattenzione, iperattività e impulsività, andranno gestiti, nei casi sintomatologicamente più gravi, mediante terapia farmacologica.

Invece i disturbi eventualmente associati, specialmente i disturbi della condotta, dell’apprendimento e  i problemi d’interazione sociale, richiederanno terapie psicoeducative incentrate sulla famiglia, sulla scuola e sul bambino.

Infine gli interventi terapeutici tenderanno a migliorare le relazioni interpersonali con i genitori, i fratelli, gli insegnanti e i coetanei nonchè a diminuire i comportamenti inadeguati, migliorare l’apprendimento scolastico (quantità e qualità delle nozioni, metodo di studio).

Dovranno stimolare il senso di autostima e l’autonomia nei vari ambiti della vita sociale ma anche migliorare la qualità della vita dei bambini e dei ragazzi ADHD attraverso la comprensione e l’accettabilità sociale del disturbo.