Difficoltà attentive e iperattivita


Prevenire l’ADHD, è possibile?

Sebbene non siano numerose le ricerche sull’argomento, la poca letteratura esistente in merito sembra dimostrare come interventi psicoeducativi precoci possano attenuare l’insorgenza del disturbo.

Solitamente l’ADHD non viene diagnosticato fino a quando il bambino non fa il suo ingresso alla scuola primaria, ed anche in questo caso la tendenza comune è quella di aspettare ed osservare come evolve la sintomatologia. Nonostante questo disturbo sia in teoria riscontrabile in età precoce (tra i 2-3 anni), risulta spesso molto difficile riuscire a distinguere a quest’età tra comportamento patologico e normalità. Per questo motivo questi bambini ricevono diagnosi intorno ai 7-8 anni (in molti casi anche più tardi).

Se però un bambino mostra già in tenera età segni di difficoltà, è bene anzitutto appurare l’esistenza di tali problematiche e in secondo luogo intraprendere il prima possibile un intervento volto al potenziamento delle abilità attentive e all’insegnamento di strategie per trovare la concentrazione. Questo genere di interventi risulta necessario sia per prevenire l’insorgenza di un vero e proprio disturbo in età scolare, sia nel caso in cui in futuro dovesse essere effettivamente diagnosticato poichè il bambino avrà già acquisito alcune competenze di base per far fronte ai propri problemi di attenzione e impulsività. Inoltre spesso questi bambini vanno incontro a problematiche di tipo relazionale e sociale e possono sviluppare scarsa autostima, intervenendo precocemente è possibile aiutare il bambino a sviluppare un maggior senso di autoefficacia e controllo sui propri impulsi, miglirando di conseguenza anche la sua vita relazionale.